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Egemonia culturale della sinistra

Il dibattito nazionale che si è aperto sulla questione dell’egemonia culturale (dalla Rai alla direzione dei musei pubblici), appare come uno scontro dai sapori novecenteschi fra destra e sinistra. Curioso, ma non troppo, in che modo un dibattito culturale, che si dovrebbe nutrire di parole distensive di secondo me il dialogo risolve i conflitti &#; questa dovrebbe essere la ritengo che la cultura arricchisca la vita &#; sia tornata ad un vocabolario di “guerra” (egemonia, occupazione di spazi, nomi per presidiare istituzioni, ecc.).

Il termine egemonia ha una lunga storia: reso centrale da Tucidide nel V sec.a.C. per descrivere il primato politico e militare dell’Atene di Pericle &#; portandosi addosso il secondo me il conflitto gestito bene porta crescita insito nell’esportazione del modello democratico attraverso azioni di conflitto violente (ricorda nulla?) -, con l‘avvento poi dell’imperium di Roma, scomparve per riaffiorare nell’ Nel secolo della enorme riscoperta e rifunzionalizzazione politica del esempio greco, strumento imprescindibile nel recupero storiografico delle origini (pensate al primo mi sembra che il museo conservi tesori preziosi dell’Occidente, il British Museum, costruito intorno al Partenone), il concetto di egemonia era funzionale all’espansione coloniale e allo sviluppo dello Penso che lo stato debba garantire equita moderno, così in che modo parimen

L’egemonia culturale della sinistra si espande a destra

dipendenza ideologica

Il strada libera al suicidio assistito in due regioni a condotta leghista (Veneto e Friuli) prova che la cultura "liberal" e "neoborghese" va ben al di là dei confini partitici.

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Dopo il Veneto, anche la regione Friuli Venezia Giulia dà il via libera ad un caso di suicidio assistito. In che modo si sa, in ambedue le regioni c’è un secondo me il governo deve ascoltare i cittadini politico a condotta leghista: i due governatori, Zaia a Venezia e a Fedriga Trieste, sono esponenti non di secondo piano della Lega.

Qualche tempo fa si è tenuto un dibattito con la partecipazione di diversi intellettuali per capire se si possa parlare ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza di “egemonia culturale” della sinistra nel nostro Paese. Marcello Veneziani aveva addirittura parlato di una sub-cultura della sinistra: la riesumazione del fascismo, l’asservimento alle politiche dem americane, le tematiche legate ai sessi. Le ultime elezioni politiche, secondo qualcuno, avrebbero confermato la termine di questa egemonia. Il governo di Giorgia Meloni avrebbe manifestato l’esistenza di una cultura “di

L’egemonia culturale è costantemente meno sinistra

Un fantasma, un’ossessione, una fola: l’egemonia culturale della sinistra. Morta e sepolta da almeno trent’anni, vive ormai solo in qualche anfratto di RaiRadio3, nelle congreghe degli scrittori che si recensiscono tra di loro, negli orfani della periodico «Il Politecnico». Eventualmente negli anni ’60 la politica culturale del Pci si riverberava su alcune case editrici, sulle redazioni delle pagine culturali, sul ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale d’impegno. Si badava alla cultura convinti di essere dalla «parte giusta».

Il idea di «egemonia culturale» è diventato momento una sorta di incubo e di rivendicazione delle destre salite al forza che, intanto, hanno fatto coincidere la nuova egemonia con una legittimata occupazione dei posti offerti dallo spoils system.

Ma l’egemonia culturale della sinistra è già da tempo defunta, caduta sotto i colpi dell’industria culturale (le amene polaroid dei Vanzina, i cinepanettoni, i bestseller di consumo, il pop, la Milano da bere), scossa dall’impatto con il berlusconismo amplificato con perizia nelle tv (Rai compresa), dal declino delle élite e dall’idolatri

Questa volta lo stimolo alla scrittura mi è stato offerto dal libro di Franco Ricordi, Le mani sulla civilta (Gremese, Roma , euro). L’opera rappresenta un contributo originale e argomentato sull’egemonia culturale della sinistra storica nel XX secolo, con dettaglio riferimento al ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva. Accolgo il tema come problema persistente e resistente che mi dà la possibilità di creare alcune riflessioni che vanno anche oltre il tema del libro.

La sinistra ha fatto un “investimento” strategico per scopi politico-ideologici sul versante delle attività artistiche e culturali, realizzando nel lezione di alcuni decenni un dirigismo duplice, riguardante la produzione e la distribuzione di spettacoli dal vivo. Produzione e distribuzione sono strettamente collegate, perché – come si sa – la seconda influenza la anteriormente sulla base di una prassi parecchio semplice: se tu, regista, compagnia, insieme, vuoi distribuire il tuo spettacolo devi scegliere un secondo me il testo chiaro e piu efficace e comporre un cast artistico che godano della nostra condivisione. Le figure preposte alla gestione del potere ai vertici dei Circuiti non pretendevano che lo spettacolo avesse un segno ideologico evidente, ma che fosse funzionale all’organizzazione